Ernia discale: come intervenire
La colonna vertebrale, che offre sostegno a tutto il corpo, è formata da vertebre distanziate da un disco: quest'ultimo è a sua volta composto da una zona centrale, un nucleo polposo e un anello fibroso. Il disco, inoltre, ammortizza l'azione di ogni vertebra in relazione a quella inferiore, assorbendo la maggior parte delle sollecitazioni sviluppate con i movimenti corporei. Quando l'anello fibroso si rompe, si verifica una condizione denominata ernia discale.
A seconda delle conseguenze relative alla rottura dell'anello fibroso è possibile individuare due tipologie di ernia discale.
L'ernia è definita "espulsa" nel momento in cui il nucleo polposo fuoriesce dal suo naturale alloggio. L'ernia è invece definita "contenuta" se, nonostante sia avvenuta una lacerazione, il nucleo non esce dall'anello fibroso.
I pazienti che soffrono di ernia discale devono seguire specifiche terapie riabilitative e usufruire di alcuni dispositivi medici che li aiutino nei movimenti quotidiani, molti dei quali possono essere facilmente individuati e reperiti sul sito ufficiale delle Ortopedie Baldinelli. Tra questi, ad esempio, troviamo dei verticalizzatori (come il Verticalizzatore EasyLev 5 Miltecho), letti adatti a una degenza prolungata (come il Letto elettrico Banjo Large Wimed) o assi da vasca che permettano a coloro che soffrono di ernia discale di poter mantere il più possibile la propria indipendenza (come l' asse da vasca con maniglia Wimed).
Quali sono i sintomi dell'ernia discale
Per identificare e trattare per tempo un'ernia discale si deve prestare particolare attenzione ai seguenti sintomi:
- forte e prolungato dolore nella zona lombare, lungo la schiena, ai glutei, lungo i fianchi, le cosce e sul nervo sciatico;
- inspiegabile debolezza muscolare (anche in assenza di sforzi);
- diminuzione della sensibilità tattile sulle zone sopra indicate, formicolio sottocutaneo e diminuzione dei riflessi tendinei più profondi.
Cause dell'ernia discale
L'ernia discale può essere causata da una molteplicità di fattori, tra cui troviamo principalmente l'eccessivo sforzo fisico (o allenamento nel caso degli individui più sportivi), traumi dovuti al sollevamento di oggetti troppo pesanti, eccessiva sedentarietà e mancanza di movimento fisico, l'assunzione per lungo tempo di posture errate (specialmente se si fa un lavoro d'ufficio) e l'esposizione prolungata a forti vibrazioni (se ad esempio si guidano grossi veicoli o si utilizzano grandi macchinari).
Si possono ad ogni modo individuare dei fattori che aumentano sensibilmente la predisposizione all'ernia discale, ovvero: l'età (la patologia colpisce specialmente gli adulti tra i 30 e i 50 anni), il fumo, il peso (che grava eccessivamente sulla zona lombare) e l'altezza (gli individui più alti sono maggiormente predisposti allo sviluppo di ernia discale).
Come eseguire la diagnosi
Il dolore causato dall'ernia discale è spesso in grado di limitare fortemente il movimento. Nel momento in cui si accusano simili difficoltà, pertanto, è necessario sottoporsi ad una visita presso un ortopedico o un neurochirurgo. Entrambi questi specialisti sono infatti in grado di accertare la presenza dell'ernia e valutarne la gravità in relazione ai disturbi accusati dal paziente (verificando quali movimenti gli provocano dolore, la postura che assume e i suoi riflessi).
Per avere la conferma definitiva che il paziente offra di ernia discale, inoltre, il medico è solito prescrivere una RM (risonanza magnetica) o una TAC. Nel momento in cui viene accertata la presenza dell'ernia discale, inoltre, può essere prescritta anche un'elettromiografia: quest'ultima consente di osservare la funzionalità muscolare e la velocità di conduzione dei riflessi.
Quali sono le terapie possibili per l'ernia discheale
Il paziente a cui è stata diagnosticata l'ernia al disco deve innanzitutto seguire una terapia conservativa, ossia convivere con l'ernia e limitare il più possibile i trattamenti invasivi.
In questa fase potrebbe esser necessario utilizzare dei farmaci specifici, degli antidolorifici e osservare uno stile di vita che diminuisca al minimo il rischio di aggravare o sollecitare l'ernia. Quando si è a riposo è inoltre sconsigliato fare movimenti bruschi anche semplicemente alzandosi o sedendosi, potrebbe pertanto essere utile procurarsi una poltrona elevabile, in grado di facilitare il più possibile queste azioni.
Successivamente è possibile seguire della fisioterapia, la quale dovrebbe prevedere delle trazioni, manipolazioni, massaggi manuali e altri programmi che dovrebbero lentamente consentire al paziente di recuperare la propria capacità motoria senza risvegliare il dolore.
Se le terapie conservative non dovessero sortire effetti sufficienti a permettere al paziente di tornare a condurre il suo abituale stile di via, potrebbe essere il caso di ricorrere a un intervento chirurgico. In questo caso è possibile scegliere tra la discectomia standard (prevede una rimozione parziale del frammenti del disco polposo e consente al paziente un recupero rapido e funzionale) e la microdiscectomia (che permette di asportare artificialmente il nucleo polposo e dunque rimuove alla radice la causa del dolore; quest'ultima richiede una degenza più lunga e controlli costanti per almeno un anno).