La malattia di Alzheimer
Deficit di memoria, confusione, disorientamento, problemi nel linguaggio, cambiamenti nella personalità, apatia. I primi sintomi del morbo di Alzheimer, sindrome neurovegetativa tipica dell’età avanzata, possono essere trattati ma non curati; il progredire della malattia rallentato ma non arrestato. Purtroppo non è disponibile un rimedio efficace che contrasti l’avanzare del morbo nell’organismo.
Cause della malattia di Alzheimer
Ancora non si conoscono esattamente le cause del processo di atrofia extracellulare e intracellulare tipico dell’Alzheimer, che provoca l’accumulo di aggregati proteici nel cervello con il conseguente deterioramento dei neuroni.
Le anomalie di un cervello deteriorato dall’Alzheimer, rilevate con la risonanza magnetica nei pazienti vivi e con esami autoptici nei deceduti, rivelano una riduzione (atrofia) del tessuto cerebrale dovuta a necrosi o rimpicciolimento delle cellule nervose. Tali alterazioni sono concentrate nelle zone di ippocampo e amigdala, preposte alla facoltà di memorizzazione.
Tra le cause dell’Alzheimer si ipotizzano predisposizioni genetiche e ormonali (l’Alzheimer colpisce più le donne che gli uomini) l’influenza di fattori ambientali, lo stile di vita; allo stato attuale delle cose, però, non vi sono certezze.
Quando può comparire la malattia
Una correlazione pare esserci tra l’insorgenza della malattia e l’ipertensione, problemi cardiovascolari, alti tassi di colesterolo nel sangue, diabete di tipo 2, obesità. Tra le possibili concause, anche il tabagismo (fumo di sigaretta) e la sedentarietà, nonché traumi a livello della testa.
Questa forma di demenza insorge solitamente in età avanzata, dopo i 65 anni, ma ci sono pazienti che mostrano i primi sintomi già dai 30 anni: in questi casi si parla di Alzheimer a esordio precoce o giovanile.
Oltre a incidere sulle capacità cognitive del cervello, l’Alzheimer comporta complicanze che possono provocare il decesso del paziente entro un periodo che va dai 3 ai 10 anni; più lungo laddove il morbo inizia a palesarsi in pazienti giovani.
Le tre fasi della malattia
Il morbo avanza nel malato gradualmente e, purtroppo, inesorabilmente. Si possono, a grandi linee, distinguere tre fasi nel progredire della malattia, a partire dalla sintomatologia: una fase iniziale, una intermedia e una finale.
Fase iniziale. Problemi di memoria a breve termine, incapacità improvvisa di compiere piccole azioni di coordinamento muscolare volontario (fischiettare, accendere una sigaretta, salutare con la mano), lieve afasia (problemi di linguaggio), apatia, occasionali cambiamenti di personalità, tendenza a ripetere domande e concetti. Il paziente affetto da Alzheimer in fase iniziale dimentica dove ha messo gli oggetti, come si chiamano luoghi e persone, perde alcune capacità come il leggere e lo scrivere.
Fase intermedia. I sintomi iniziali subiscono un peggioramento, fino a rendere il paziente non del tutto autosufficiente. Possono inoltre presentarsi paranoie ed aggressività, allucinazioni uditive. Il ritmo sonno-veglia subisce alterazioni, il paziente perde la cognizione del tempo e dello spazio.
Fase finale. La vita del paziente perde ogni normalità. Oltre al peggioramento dei sintomi già elencati, si osservano difficoltà nello svolgimento di funzioni fisiologiche: deglutire e quindi nutrirsi, orinare e defecare in modo controllato, muoversi, comunicare sensazioni di bisogno o di dolore. Ne derivano disidratazione e malnutrizione, piaghe da decubito, patologie delle vie respiratorie che di solito sono le complicanze che portano alla morte del paziente. Per alleviarne almeno in parte le sofferenze, può essere utile usare letti da degenza, materassi e cuscini antidecubito.
Affrontare l’Alzheimer: consigli pratici per la quotidianità
Prendersi cura di un individuo affetto da Alzheimer richiede pazienza e flessibilità. Un aiuto concreto è la creazione di un ambiente sicuro per il paziente e la pianificazione e semplificazione delle attività, ancora eseguibili dal paziente nella fase intermedia.
- Pianificazione. Aiuta molto stabilire una routine quotidiana. Alcune attività, come fare il bagno o recarsi agli appuntamenti con i medici, sono più facili da svolgere quando la persona affetta da Alzheimer è più vigile e riposata. Una maggiore flessibilità negli orari si può riservare per attività ricreative, soprattutto nelle giornate particolarmente difficili. È importante tener conto di possibili cambiamenti di piani e di ritardi nell’organizzare la giornata, senza pretendere di fare troppe cose con ritmi serrati.
- Coinvolgimento. È bene consentire alla persona affetta da Alzheimer di essere il più possibile autosufficiente. Ad esempio, la si può mettere in condizione di vestirsi da sola, disponendo i vestiti nell'ordine in cui andranno indossati. Per aiutare un malato di Alzheimer a compiere piccole attività quotidiane occorre sempre essere chiari e sintetici nelle istruzioni e nelle informazioni.
- Possibilità di scelta. Ogni giorno, il malato di Alzheimer dovrebbe avere la possibilità di scegliere tra due attività diverse o tra due cibi: due scelte per due semplici cose, che ne stimolino la mente senza creare confusione ulteriore.
- Regolazione del ritmo sonno-veglia. Evitare sonnellini multipli o prolungati durante il giorno riduce il rischio di invertire il giorno con la notte.
- Ridurre le distrazioni. L’ambiente in cui vive il malato di Alzheimer deve essere tranquillo, con il giusto equilibrio tra stimoli e pause. Ad esempio, spegnere la TV e ridurre al minimo le altre distrazioni durante i pasti e durante le conversazioni, facilita la concentrazione.
Creare un ambiente sicuro, adatto al malato di Alzheimer
L’Alzheimer compromette la capacità di giudizio e il senso del pericolo, la capacità di risolvere i problemi, aumentando il rischio che la persona si faccia male o provochi danni.
Tre i punti fondamentali per evitare rischi:
- prevenire le cadute
- impedire di allontanarsi dall’abitazione o uscire sul balcone senza preavviso
- tenere sotto chiave sostanze e oggetti pericolosi.
Per prevenire gli incidenti domestici è importante che tutto ciò che è pericoloso: medicinali, detersivi, armi, utensili e strumenti taglienti, fiammiferi e accendini, sia tenuto lontano dal paziente affetto da Alzheimer. Se il paziente è un fumatore, sarà bene tenere a portata di mano un piccolo estintore.
Gli armadietti andranno tenuti chiusi e la chiave conservata in un posto sicuro. Serrature chiuse anche per la porta di casa e degli ambienti che potrebbero essere non sicuri, come balconi e cantine.
In casa è bene che non ci siano tappeti e cavi di prolunghe in cui si può inciampare, oggetti ingombranti e fragili; utili invece corrimano e maniglie a cui sorreggersi lungo le scale, nella vasca o nella doccia. Anche la temperatura dell’acqua può rappresentare un pericolo; meglio regolare i termostati affinché non scorra mai bollente. Un notevole aiuto per l’assistenza di un malato affetto dal morbo di Alzheimer sono gli ausili di degenza.