Trombosi cerebrale, sintomi e cure
Con il termine trombosi cerebrale, o trombosi venosa cerebrale (CVT), si indica il caso in cui una delle arterie presenti nel cervello viene ostruita da un coagulo di sangue: quando ciò accade, il sangue si accumula in questa sede e inizia a fuoriuscire dai tessuti cerebrali, generando potenzialmente un'emorragia o un pericoloso gonfiore della zona colpita.
I coaguli del sangue si formano per lo più quando si verifica un'interruzione del regolare flusso circolatorio sanguigno e spesso vengono ricondotti alle cause che generano un ictus. In realtà i coaguli possono essere innescati da una serie di diversi fattori, tra i quali è possibile menzionare l'utilizzo di pillole anticoncezionali, l'eccessivo utilizzo di estrogeni, la carenza di un corretto apporto proteico, l'obesità, la disidratazione e la presenza di cellule tumorali.
Una simile patologia, se non trattata adeguatamente e in breve tempo, può seriamente mettere in pericolo la vita di coloro che ne soffrono.
Vediamo dunque quali sono i sintomi della CVT, quali terapie è consigliabile adottare e quali strumenti di ausilio degenza, consultabili sul sito Ortopedie Baldinelli, possono essere utili ai pazienti affetti da trombosi cerebrale.
Sintomi della trombosi cerebrale
Le manifestazioni più comuni di trombosi si verificano negli arti inferiori, ma i coaguli di sangue possono verificarsi anche in altre regioni del corpo, come ad esempio il cervello.
Nel momento in cui una delle arterie cerebrali viene ostruita dai coaguli di sangue, è possibile che il paziente accusi perdita d'ossigeno nella zona interessata: un simile evento può colpire bambini, adulti e anziani, ma nella maggior parte dei casi i pazienti più colpiti sono le donne e i ragazzi di età inferiore ai 30 anni.
I persistenti e apparentemente immotivati mal di testa sono tra i sintomi più comuni della trombosi cerebrale: questi ultimi sono causati da un eccessivo aumento di pressione nella zona in cui si è verificato il coagulo di sangue. Ciò può portare a un anomalo rigonfiamento del tessuto cerebrale, il quale nei casi più gravi, può subire importanti danni a livello del tessuto.
Identificare un mal di testa da trombosi cerebrale, generalmente, è piuttosto semplice: il dolore ha origine sulla parte laterale (destra o sinistra) della testa e peggiora sensibilmente quando ci si sdraia o si fa esercizio fisico; in presenza dei coaguli del sangue nelle arterie cerebrali è inoltre molto comune accusare disturbi del sonno e i più comuni trattamenti farmacologici (come ad esempio l'assunzione di antinfiammatori) non sortiscono alcun effetto. Il dolore, inoltre, tende progressivamente a peggiorare.
La trombosi cerebrale in corso può causare anche un improvviso e persistente offuscamento della vista, sensazione di nausea e frequente vomito. I casi più gravi comportano la comparsa di alcuni sintomi tipici dell'ictus: una deviazione all'angolo delle labbra, disartia o afasia (difficoltà linguistiche), intorpidimento muscolare sul lato del corpo interessato dalla trombosi, carenza di attenzione ed eccessiva debolezza.
Diagnosi della trombosi cerebrale
Il primo step della diagnosi per trombosi cerebrale prevede lo studio della storia medica familiare del paziente.
Successivamente viene operato un controllo approfondito della circolazione sanguigna per mezzo del cosiddetto test di imaging (che permette di individuare gonfiori del tessuto e dunque possibili coaguli di sangue): in questa fase il paziente deve sottoporsi ad una tomografia computerizzata e ad una risonanza magnetica, eseguite con l'ausilio di mezzi di contrasto.
I test di imaging più efficaci sono il Venogram MRI, il quale permette di verificare l'efficacia della circolazione nei vasi sanguigni presenti nella testa e nel collo, e il CT venogram, utile per ottenere una chiara analisi dei vasi arteriosi e individuare in essi la presenza di eventuali coaguli sanguigni.
Possibili terapie
I casi più lievi di trombosi cerebrale possono essere trattati con semplici farmaci anticoagulanti e fluidificanti sanguigni. L'efficacia di questi ultimi, tuttavia, dipende per lo più dallo stato d'avanzamento della trombosi, dalla gravità della stessa e dalla tempestività con cui viene individuata e trattata.
Inizialmente si punta a stabilizzare la condizione del paziente, per evitare che il gonfiore peggiori e che il coagulo di sangue cresca ulteriormente. I farmaci anticoagulanti orali, in questa fase, sono il trattamento più indicato.
Successivamente è necessario comprendere da cos'è stata causata la trombosi: nel caso di crisi convulsive vengono ad esempio prescritti farmaci antiepilettici. Nel caso di trombosi cerebrale in stato avanzato, invece, è necessario procedere chirurgicamente, rimuovendo fisicamente il coagulo di sangue e riparando i tessuti danneggiati.
Tra i pazienti maggiormente predisposti allo sviluppo di trombosi cerebrali troviamo coloro che soffrono di diabete o ipertensione, coloro che presentano livelli di colesterolo o trigliceridi eccessivamente alti, i pazienti affetti da anemia falciforme o da un'importante carenza di ferro e coloro che soffrono di malattie infiammatorie intestinali.
In questo caso, la terapia mira ad agire principalmente su queste patologie, in quanto il miglioramento o cura delle stesse ottimizza anche la circolazione sanguigna e previene la creazione di nuovi coaguli di sangue.
Nel corso della terapia, è possibile che il paziente debba stare a riposo ed evitare il più possibile gli sforzi fisici. In questo caso è possibile sfruttare strumenti ausiliari e dispositivi medici che facilitano i movimenti, come ad esempio letti elettrici ortopedici, poltrone elettriche e cinture di contenimento.
Misure di prevenzione contro la trombosi cerebrale
Tutti i pazienti a rischio trombosi dovrebbero prima di ogni altra cosa seguire uno stile di vita sano, adottando un regime alimentare equilibrato ed effettuando un regolare esercizio fisico. È estremamente importante evitare il consumo di alcol, il fumo e ridurre il più possibile le fonti di stress sia a livello fisico sia a livello psicologico.